Monografia PHC sulla rivista Sistema Salute – Capitolo 6, Volume II

Book Cover: Monografia PHC sulla rivista Sistema Salute – Capitolo 6, Volume II

È accessibile online il capitolo:

Premessa: l’Engagement, nella sua accezione di consapevolezza e autodeterminazione nei percorsi di cura, rappresenta un tema molto dibattuto. Il contributo consapevole della persona/paziente risulta fondamentale perché il tutto si esprime nella relazione e i diversi protagonisti devono essere tutti ingaggiati allo stesso modo.

Obiettivo: il contributo vorrebbe provare ad aprire spazi di riflessione dal punto di vista diverso della Comunità, intesa come soggetto da ingaggiare e come risorsa che favorisce l’ingaggio delle persone, proponendo alcune riflessioni sui significati possibili dei termini “Engagement”, “Comunità” e “Salute”, così da aprire spazi per ulteriori approfondimenti e scelte organizzative.

Metodi: l’elaborato si è sviluppato intorno a testi di filosofi e sociologi di spicco, oltre al parere dell’esperto Dott. Franco Prandi, sociologo un tempo impegnato nell’organizzazione dei servizi alla persona nell’Azienda sanitaria di Reggio Emilia e attualmente socio, co-fondatore e promotore dell’associazione Prima la Comunità.

Risultati: l’individuo, insieme a tutta la Comunità, non è la destinataria della decisione ma è la protagonista. In questa idea di complessità siamo sollecitati come professionisti/persone ad essere promotori di reciprocità per attivare e valorizzare risorse.

Conclusioni:  la nostra Salute è nelle nostre mani e ci interpella direttamente come singoli e come Comunità. La Casa della Comunità diventa, dunque, una scommessa in grado di rappresentare il luogo di incontro della vita della Comunità e dell’insieme simbolico delle risorse in campo (sistema di Welfare) per il benessere.

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Il WHODAS 2.0: un nuovo strumento per valutare la disabilità

Book Cover: Il WHODAS 2.0: un nuovo strumento per valutare la disabilità

Attualmente in Italia vengono impiegate cinque diverse valutazioni nazionali dello stato di disabilità (invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità per il sostegno all’occupazione), che esaminano diverse dimensioni della disabilità per determinare le percentuali di invalidità civile, ma che non considerano l'ambiente in cui le persone vivono e la loro capacità di funzionamento.

Nasce quindi il WHODAS 2.0, il nuovo strumento valutativo previsto dal D. Lgs. 62/2024, sviluppato dall'OMS per misurare la salute e la disabilità in modo standardizzato e transculturale, costruito partendo dall’ICF.

Che cos'è WHODAS 2.0?

  • L’acronimo WHODAS sta per “WHO Disability Assessment Schedule”, si tratta di un questionario di valutazione basato sulla Classificazione Internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF) che misura la salute e la condizione di disabilità
  • Può essere utilizzato in persone affette da qualunque tipo di malattia, inclusi i disturbi fisici, mentali e da uso di sostanze
  • Non è utilizzabile per valutare la disabilità dei minori di età
  • È uno strumento di misura generico: può essere utilizzato per descrivere lo stato di salute in soggetti malati e in soggetti sani
  • Facilita la progettazione di interventi sanitari e di quelli correlati alla salute e permette di monitorarne l’impatto

I domini del WHODAS 2.0 

WHODAS 2.0 rileva il livello di funzionamento in sei domini e, per ognuno, fornisce un profilo e una misura sintetica del funzionamento e della disabilità affidabili e applicabili in diversi contesti culturali e in tutte le popolazioni adulte:

Perché nasce WHODAS 2.0?

Le persone con disabilità in Italia si trovano di fronte a:

  • un panorama giuridico frammentato
  • un sistema in cui è complicato orientarsi, con collegamenti poco chiari o mancanti tra i diversi tipi di valutazione
  • una pratica di valutazione dello stato di disabilità che guarda all’individuo da una prospettiva medica ristretta
  • lo strumento ICF di per sè non risulta pratico per misurare e valutare la disabilità nella pratica quotidiana

Le diverse modalità di valutazione della disabilità dovrebbero essere sostituite con un’unica valutazione capace di fotografare la capacità di una persona di svolgere le attività della vita e di partecipare alla vita sociale.

Le diverse versioni di WHODAS 2.0

Esistono 3 versioni, diverse per lunghezza e modalità di somministrazione:

  1. Versione a  36 item: è la più dettagliata e dura 20 min, somministrabile da un intervistatore, o autocompilate o da un conoscente
  2. Versione a 12 item: per valutazioni veloci o indagini sugli esiti di salute, con durata di 5 minuti somministrabile da un intervistatore, o autocompilate o da un conoscente
  3. Versione a 12+24 item: test semplice e adattivo, somministrabile solo tramite intervista o in modo computerizzato

I limiti di WHODAS 2.0 e invalidità civile

  • Allo stato attuale il WHODAS 2.0 non è ancora uno strumento di valutazione nazionale
  • È stato recentemente sperimentato in quattro regioni italiane – Campania, Lombardia, Sardegna e Provincia Autonoma di Trento – per testare l'applicabilità nell'attuale valutazione dell'invalidità civile
  • Non ci sono ancora degli studi pubblicati, applicabili a una popolazione con condizioni di salute diverse, per classificare la gravità della loro disabilità utilizzando i punteggi WHODAS 2.0
  • ci sono differenze fra i punteggi di funzionamento WHODAS e i livelli di invalidità civile attribuiti alle medesime persone,
    dimostrando che la valutazione medica da sola non differenzia bene i diversi livelli di disabilità

Come includere il funzionamento nella valutazione dell'invalidità civile?

È doveroso precisare che le informazioni mediche, sebbene non sufficienti da sole, rimarranno importanti per la valutazione della disabilità.

Quindi, il nodo cruciale è costituito dal come includere al meglio le informazioni sul funzionamento acquisite dal WHODAS 2.0 nel sistema di valutazione della condizione di disabilità in Italia.

Il percorso migliore è la segnalazione (flagging): quando un individuo ha un punteggio WHODAS superiore o inferiore a un certo valore di soglia, significa verosimilmente che il punteggio medico da solo non rileva adeguatamente l'esperienza di disabilità, con conseguente necessità di una valutazione di secondo livello.

Il processo di valutazione

  1. Il Decreto Legislativo 62/2024 ha stabilito che il procedimento di valutazione è avviato su richiesta dell’interessato o tutore
  2. La valutazione viene effettuata in un’unica visita collegiale, nel corso della quale viene sottoposto il questionario WHODAS
  3. La determinazione delle modalità relative alla sottoposizione e alla compilazione del questionario è demandata all’INPS.
  4. L’attestazione dell’esito della valutazione di base è costituita da un certificato che viene inserito nel Fascicolo sanitario elettronico del soggetto. Nel certificato sono individuate anche le necessità e le intensità dei sostegni.

Conclusioni

L'accertamento della disabilità è un passaggio fondamentale nel sistema di protezione sociale perché regola l'accesso a tutte le prestazioni ed i supporti per la disabilità.

L’adozione del WHODAS 2.0 prevista nel Decreto Legislativo 62/2024 non è sufficiente per poter disporre di un nuovo strumento di valutazione nazionale della disabilità.

Il sistema di valutazione della disabilità basato sul funzionamento tramite WHODAS 2.0 e l’attuale sistema di valutazione medica dell’invalidità civile non sono alternativi, ma complementari. La loro integrazione contribuirà a:

  • una migliore identificazione del gruppo di persone che necessitano di assistenza
  • un migliore orientamento delle prestazioni e dei servizi
  • un migliore collegamento con le valutazioni dei bisogni regionali e locali.

Clicca qui per accedere all'articolo completo, pubblicato su I luoghi della cura online n.2/2024, a cura di Franco Pesaresi

www.luoghicura.it

 

 

Connettere e coalizzare le risorse per rilanciare il SSN

Book Cover: Connettere e coalizzare le risorse per rilanciare il SSN

Percorso collaborativo

proposto dalla Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie in Italia con l’obiettivo di:

  • connettere e coalizzare le risorse interessate e disponibili ad impegnarsi per la difesa, ripensamento e rilancio del SSN
  • giungere a proposte unitarie e condivise, da porre ai decisori politici, con la forza che queste acquisirebbero dall’unità delle tante voci

Per facilitare tale percorso collaborativo l’Alleanza, dopo aver analizzato contributi pubblicati da diverse organizzazioni, propone questo documento, strutturato per temi, con le proposte che sono apparse convergenti:

Connettere e coalizzare le risorse per rilanciare il SSN

Ne hanno parlato:

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Testo integrale del documento
Connettere e coalizzare le risorse per rilanciare il SSN:
il percorso collaborativo proposto
dall’Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie in Italia

10 Febbraio 2025

Il SSN è a rischio di collasso

Da sempre presidio di giustizia sociale e garanzia per la salute di tutti i cittadini, il SSN è oggi “gravemente ammalato” e vive una situazione di profonda crisi che sta mettendo in discussione i principi fondamentali di universalità, di uguaglianza, di equità e di gratuità.

Da molti anni il finanziamento del SSN è largamente insufficiente per affrontare i bisogni di salute di una popolazione che invecchia e per sostenere i costi crescenti della moderna medicina; sono state bloccate per anni le assunzioni, è stato drasticamente ridotto il numero dei posti letto ospedalieri in assenza di investimenti sulle Cure Primarie e sui servizi territoriali; l’errata programmazione del fabbisogno di medici, di infermieri e di altri professionisti della salute, il basso livello della loro remunerazione ed il progressivo svilimento del loro valore sociale hanno portato all’attuale grave carenza di personale nel SSN.

I problemi sono sotto gli occhi di tutti:
  • Carenza di infermieri e di medici, in particolare di medicina generale e di emergenza-urgenza;
  • Liste d’attesa sempre più lunghe anche per accedere a servizi essenziali ed urgenti;
  • Rinuncia alle cure di moltissimi cittadini che non sono più in grado di sostenerne i costi;
  • Conseguente obbligato ricorso di una fetta sempre maggiore della popolazione a prestazioni a pagamento;
  • Progressiva espansione della sanità privata, co-finanziata dalla fiscalità generale ma in concorrenza e a danno della sanità pubblica;
  • Carenza di servizi per la salute mentale, di consultori familiari, di supporti per giovani e adolescenti sia per aspetti sanitari che per situazioni di disagio;
  • Carenza e inadeguatezza dei servizi di assistenza domiciliare, specie per i non autosufficienti.
Tante voci stanno denunciando la criticità della situazione e stanno facendo proposte

Numerose realtà si sono fatte sentire: professionisti e operatori della sanità; ricercatori e scienziati; associazioni del Terzo settore e di cittadinanza; società scientifiche e centri studi; ordini professionali e organizzazioni sindacali; associazioni di malati e gruppi di auto-aiuto; giornalisti e periodici di informazione; persino la Corte dei Conti!

Ma sono voci che si mobilitano in maniera separata, facendo spesso prevalere le rispettive identità a discapito di un’azione comune. Ne consegue la scarsa capacità di incidere sui processi, di condizionare le scelte politiche e di invertire il declino del SSN.

Sarebbe necessario ed urgente unire queste voci e realtà

Al di là dell’apparente diversità di queste voci, alcuni contenuti sono convergenti: sarebbe necessario individuare gli elementi comuni ed avviare un percorso che porti ad un plafond di base di proposte condiviseda tutte le componenti. La difesa e il ripensamento approfondito del SSN accomuna tutti, ripristinando i valori originari e ripensando l’organizzazione e le pratiche operative secondo rinnovati paradigmi, tecnologie e architetture al fine di ricreare un nuovo clima di consenso e di Patto sociale per la salute. Per raggiungere questo obiettivo, da molti condiviso, si rende pertanto opportuno avviare un percorso per “connettere e coalizzare” le diverse realtà che intendono contribuire a rilanciare il SSN in forme adeguate e sostenibili.

La proposta

Sulla base di queste premesse, l’Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie in Italia, organizzazione senza conflitti di interesse, non di categoria, non finanziata, trasversale alle singole componenti e alla quale aderiscono 19 organizzazioni, propone di avviare un percorso collaborativo con l’obiettivo di connettere e coalizzare le risorse interessate e disponibili ad impegnarsi per la difesa, il ripensamento e il rilancio del SSN al fine di giungere a proposte di fondo unitarie e condivise, da porre ai decisori politici, con la forza che queste acquisirebbero dall’unità delle tante voci.

Il percorso

Proponiamo di attivare un percorso collaborativo per contattare e coinvolgere tutte le organizzazioni professionali-scientifiche-sociali-sindacali-associative interessate e disponibili ad impegnarsi per la difesa e il rilancio del SSN. A ciascuna organizzazione coinvolta si chiederà di partecipare collaborativamente all’individuazione condivisa delle proposte per rilanciare il SSN attraverso l’individuazione di un percorso dialogico e la scrittura di un Manifesto comune.

Da dove partire per individuare le proposte comuni e condivise per rilanciare il SSN

Per facilitare tale percorso collaborativo l’Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie in Italia ha analizzato contributi pubblicati da diverse organizzazioni ed ha preliminarmente sintetizzato nella tabella seguente, strutturata per temi, le proposte che sono apparse convergenti. Il percorso comune andrà a valutare ulteriormente tali proposte.

Natura del SSN
  • Restituire al diritto alla salute il suo carattere di diritto fondamentale secondo l’art. 32 della Costituzione.
  • Garantire completamente controllo e gestione del SSN da parte del pubblico.
  • Ripristinare i Piani Sanitari Nazionali, previsti dalla Legge Nazionale 833, che tornino a indicare obiettivi macro insieme a mezzi e modalità per raggiungerli.
  • Mettere la salute all’interno di un sistema di welfare di comunità e al centro di tutte le decisioni politiche in una logica “One Health”.
  • Garantire l’esigibilità e l’aggiornamento periodico dei LEA, su tutto il territorio nazionale, riaggiornati dal DPCM 12 gennaio 2017.
Finanziamento
  • Reperire le risorse economiche necessarie per superare il definanziamento del SSN attuato negli ultimi anni investendo sul personale, sulle tecnologie e sulla riorganizzazione dei principali comparti del SSN pubblico, con priorità per le Cure Primarie e la medicina territoriale.
  • Allineare il finanziamento pubblico per la sanità alla media dei Paesi dell’Unione Europea.
Rapporto pubblico-privato
  • Ridefinire il rapporto pubblico-privato in sanità, salvaguardando la centralità della governance pubblica e prevedendo un apporto integrativo - e non sostitutivo - da parte del privato accreditato rispetto alla componente pubblica mediante la programmazione basata sull’analisi rigorosa e congruente con i bisogni delle popolazioni.
Contributo del terzo settore e della società civile nella tutela della salute

 

  • Costruire percorsi di co-programmazione/co-progettazione con gli Enti del Terzo Settore nel rispetto della natura pubblica dei servizi per la salute, sulla base delle indicazioni della Corte Costituzionale (sentenza 131/2020), con l’impegno alla condivisione dei valori guida.
  • Dare evidenza al contributo che ogni soggetto sociale può offrire alla definizione di programmi di salute integrati e globali che intervengano sui diversi determinanti di salute, tra loro interconnessi secondo il principio della One Health e dei 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
Sanità integrativa
  • Riordinare la legislazione della sanità integrativa con abolizione graduale delle agevolazioni fiscali per le prestazioni previste dai LEA anche al fine di recuperare risorse da destinare al SSN.
Autonomia differenziata
  • Escludere la sanità dalla contrattazione fra Regioni e Governo in sede di negoziazione degli atti di intesa sulla autonomia differenziata (Costituzione art. 116, comma 3).
Organizzazione e programmazione
  • Ridefinire le competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali prevedendo il pieno coinvolgimento dei territori e delle comunità locali.
  • Programmare i servizi sanitari in relazione ai bisogni di salute, rilevati epidemiologicamente e verificati con i professionisti e le comunità locali, superando la dicotomia tra assistenza sanitaria e sociale.
  • Aggiornare e fissare standard, indicatori e requisiti vincolanti per la programmazione.
  • Adottare un sistema unitario e univoco a livello nazionale di profilazione dei bisogni complessi della persona, in grado di ricomprendere il contesto di vita della stessa persona, delle risorse disponibili e del lavoro di rete.
Esternalizzazioni
  • Contenere decisamente l’esternalizzazione delle attività sanitarie di assistenza e cura alle persone, con graduale reinternalizzazione programmata delle attività esternalizzate.
Appropriatezza
  • Introdurre misure precise per promuovere l’appropriatezza, basata sulle evidenze, e contrastare la medicina difensiva.
  • Collocare la specialistica ambulatoriale a livello distrettuale per favorire la continuità e linearità dei percorsi di cura attraverso una interazione strutturale tra specialisti e MMG del medesimo Distretto.
Professionisti della salute
  • Sbloccare le assunzioni nel pubblico.
  • Adeguare i livelli stipendiali alla media europea.
  • Semplificare, razionalizzare, unificare e rispettare le tempistiche di rinnovo dei rapporti contrattuali di tutte le figure professionali, anche nella prospettiva di un contratto unico di dipendenza per tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale.
  • Introdurre la possibilità che i medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta possano essere assunti come dirigenti del SSN attraverso il contratto unico della sanità.
  • Consentire ai medici specialisti in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie di esercitare l’attività di MMG, in particolare all’interno delle equipe multiprofessionali territoriali delle Case della Comunità, come previsto dal DM 23 maggio 2022 n.77.
Libera professione intramuraria
  • Revisionare in modo rigoroso i criteri di gestione dell’attività libero professionale intramuraria in modo da evitare disuguaglianze e iniquità di accesso alle cure.
Prevenzione e promozione della salute
  • Rilanciare la prevenzione e la promozione della salute nei territori e nei luoghi di lavoro in un’ottica di “One Health”.
Assistenza Primaria e ruolo del Distretto
  • Definire un’unica cornice istituzionale-organizzativa vincolante delle Cure Primarie, uniforme in tutte le Regioni, articolata su tre livelli, Distretto, Casa della Comunità e “Microaree”, all’interno di una governance rigorosamente pubblica ma condivisa con le comunità locali.
  • Basare la programmazione dei servizi territoriali per la salute sulla coincidenza territoriale tra Distretti Sanitari e Ambiti Territoriali Sociali, di dimensione di circa 100.000 abitanti, con una pianificazione sociale, sociosanitaria e sanitaria locale integrata e costantemente aggiornata.
  • Adottare, in relazione alle caratteristiche oro/geo/demografiche del territorio, soluzioni differenziate e capillari con tipologie di Casa della Comunità a complessità variabile per dimensioni, servizi, dotazioni, personale.
  • Strutturare tutte le attività della sanità territoriale, sotto la responsabilità del Distretto, non come decentramento dei “silos” professionali e di patologia, ma a partire dalla individuazione dei bacini territoriali e dei relativi bisogni/risorse.
  • Prevedere che l’unità elementare minima nelle microaree sia costituita da MMG, infermiera/e di famiglia e segretaria/o.
  • Coinvolgere le comunità locali perché promuovano salute e benessere in tutti gli ambiti educativi, formativi e lavorativi, a partire dai livelli primari di istruzione.
  • Organizzare il lavoro delle Cure Primarie in equipe interdisciplinari con la presenza di tutte le figure professionali della salute (sanitarie e sociali) adeguatamente formate, in numero congruo, operanti e responsabilizzati su definiti segmenti di territorio.
Partecipazione comunitaria e dei Comuni
  • Promuovere la co-progettazione e co-programmazione nelle Case della Comunità con il coinvolgimento degli operatori sanitari, sociali e dei soggetti del terzo settore.
  • Promuovere la governance “di comunità” nei Distretti e nelle Case della Comunità.
Casa come primo luogo di cura
  • Garantire la presa in cura delle persone, a partire dai loro luoghi di vita, superando un approccio prestazionale e garantendo coerenza e continuità attraverso le protezioni necessarie, dal domicilio alle diverse forme di residenzialità.
  • Garantire l’insieme di questo sistema di cure dalla Casa della Comunità dove si integrano le risorse sanitarie e sociali e tutte le potenzialità della collettività, in una logica di budget di salute.
  • Attivare equipe multiprofessionali della Casa della Comunità per attuare cure finalizzate a migliorare la qualità della vita quotidiana delle persone nel loro contesto, prevenendo il declino funzionale.
  • Attuare le UCA (Unità di Continuità Assistenziale) per la gestione domiciliare e residenziale dei casi ad elevata complessità clinica come equipe delle Case della Comunità, assegnando professionisti medici dirigenti di Cure Primarie.
Residenzialità
  • Favorire la continuità del percorso di cura della persona, superando la dicotomia domicilio/residenza, considerando le diverse forme di residenzialità come luoghi della comunità nel disegno della domiciliarità, collegando le stesse alla Casa della Comunità.
  • Rivedere il quadro normativo e finanziario che definisce le caratteristiche organizzative e strutturali delle strutture residenziali per anziani e dei livelli di assistenza che vengono erogati.
  • Rivedere standard e indicatori di monitoraggio delle attività e di verifica degli accreditamenti.
Ospedali
  • Sperimentare e diffondere modelli di gestione basati sui processi assistenziali e sulla presa in cura del malato, superando la logica a “silos” e diffondendo i modelli innovativi verso la medicina di popolazione e di comunità, tenendo anche conto delle prospettive che si stanno aprendo con la medicina di precisione.
  • Superare la dicotomia tra territorio e ospedale e diffondere modelli, strumenti e approcci favorenti l’integrazione tra servizi ospedalieri e servizi territoriali sociosanitari e sociali, con percorsi diagnostico assistenziali e di ammissione-dimissione protetta realmente condivisi.
  • Sviluppare le reti cliniche fra ospedali hub, presidi spoke e servizi distrettuali, per consentire la programmazione dell’assistenza per percorsi di continuità transmurali.
Politica del farmaco
  • Promuovere l’uso dei farmaci equivalenti.
  • Definire una strategia per farmaci e vaccini innovativi che ne permetta l’accessibilità a costi ragionevoli per le finanze pubbliche.
  • Revisionare le modalità di funzionamento dell’Agenzia Italiana del Farmaco e dei meccanismi di controllo della spesa.
  • Potenziare con adeguati investimenti pubblici la ricerca indipendente.
  • Creare un’azienda pubblica per la produzione dei farmaci, vaccini e dispositivi medici, utilizzando le competenze dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Istituto Farmaceutico Militare, dei Centri di ricerca universitari e del Servizio Sanitario Nazionale.
Telemedicina
  • Attuare la sanità digitale per migliorare la circolazione dei dati e delle informazioni, la comunicazione con e tra i professionisti, senza sostituire la relazione diretta laddove necessaria, oltre che per semplificare i percorsi di accesso e di cura.
  • Diffondere la cultura digitale e promuovere le competenze tecniche tra professionisti e cittadini.
Ricerca
  • Destinare alla ricerca indipendente sui temi relativi alla salute un importo definito del fabbisogno sanitario nazionale, al fine di produrre evidenze scientifiche a supporto delle scelte e delle risorse necessarie per i servizi.
Università e formazione
  • Qualificare il personale, in relazione al nuovo indirizzo richiesto per lo sviluppo delle Case della Comunità, con competenze collaborative, comunicative, progettuali, valutative e per il lavoro in equipe multiprofessionali, accanto a quelle tecnico-specialistiche.
  • Adeguare gli accessi ai diversi percorsi di laurea, specializzazione e qualificazione per le professioni mediche, sanitarie e sociali alla programmazione del SSN e del Welfare territoriale.
  • Istituzione di una scuola di specializzazione per la formazione in Medicina Generale a partire dal riordino della scuola di specializzazione in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie, prevedendo la creazione di specifico Settore Scientifico Disciplinare (SSD) in Medicina Generale, di Comunità e Cure Primarie.
  • Costruire percorsi di formazione universitaria trasversale tra le diverse discipline sia sanitarie che sociali che economiche, ingegneristiche, psicologiche.
Attività preparatorie

Documento preparatorio (luglio 2024)

Iniziative:

Ne hanno parlato:

 

Biennale della Prossimità

Book Cover: Biennale della Prossimità

COS’È BIENNALE DELLA PROSSIMITÀ

La Biennale della prossimità è un percorso partecipato che culmina in un evento che si tiene ogni due anni in una diversa città italiana. È un prodotto collettivo, frutto del lavoro di promotori nazionali, comitato locale, aderenti, gruppo di ricerca, staff di direzione e altri; in quanto prodotto collettivo non appropriabile da nessuna persona fisica o giuridica.

IL PERCORSO PARTECIPATO

La Biennale della Prossimità si sviluppa attraverso la collaborazione tra promotori nazionali e comitati locali, coinvolgendo organizzazioni che contribuiscono a darle forma, con un impegno libero e rinnovato ed un focus sull’apertura e la partecipazione diffusa. 

L’EVENTO

L’evento, della durata di 2 o 3 giorni, è un momento di incontro, riflessione e festa costruito attraverso un percorso partecipato. Si tiene ogni due anni a livello nazionale, con persone e organizzazioni che si incontrano per confrontare esperienze di prossimità e per individuare strade per diffondere la cultura della prossimità in diverse sfere, valorizzando il contesto locale.

LA PROSSIMITÀ

Con il termine prossimità si intende la capacità delle persone e delle organizzazioni di confrontarsi e quindi di operare insieme agendo in prima persona e in modo concreto per realizzare un’aspirazione o per rispondere ad un bisogno condiviso.

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Il viaggio di Curati e Curanti “in Tandem”

Book Cover: Il viaggio di Curati e Curanti “in Tandem”

Evento rivolto a cittadini e operatori, organizzato il 21 Settembre 2024 a Modena da Università del Studi di Modena e Reggio, Associazione Tandem curati e curanti insieme per la formazione, Université de Montréal,  Scuola di Partenariato dei Pazienti del CEPPP per:

  • Presentare e illustrare in pratica il significato della partnership dei pazienti e le opportunità per umanizzare la cura
  • Innovare la formazione in Medicina attraverso l'integrazione con le Scienze Umane e il confronto internazionale
  • Integrare i contenuti esperienziali dei pazienti e caregiver con le conoscenze, abilità e competenze biomediche e rendere i curati partecipi e alleati di tutti i curanti, al fine di recuperare gli aspetti umanizzanti della cura e migliorare la relazione fra curanti e curati
  • Illustrare le opportunità offerte dalla ricerca CON i Pazienti
Video e presentazioni del convegno