Lunedì, 3 gennaio 2022
Iniziamo il 2022 (nuovamente BUON ANNO!) con il terzo approfondimento de “Il Libro Azzurro per la riforma delle Cure Primarie in Italia” , dedicato alla sezione “Governance e coordinamento: politiche adattive ed educazione permanente” che sviluppa le proposte:
- Decentralizzare per rispondere meglio agli specifici territori
- Politiche adattative come strumento di governance
- Ricerca, formazione ed educazione permanente
Governance e coordinamento – politiche adattive ed educazione permanente: perché?
“La riorganizzazione dei servizi territoriali in ottica di PHC necessita di una profonda ristrutturazione delle strategie e metodologie di pianificazione, gestione, valutazione, qualificazione delle reti assistenziali, attraverso un approccio integrato, centrato sulla salute, multisettoriale e legato alle risorse presenti in ogni territorio.
Affinché le politiche e gli interventi sanitari siano in grado di adattarsi alle caratteristiche uniche di ogni territorio, alla sua epidemiologia, alle risorse disponibili sia in termini quantitativi sia di competenze professionali, la pianificazione e gestione delle reti assistenziali territoriali deve basarsi su analisi integrate, partecipative e di lungo periodo, capaci di promuovere risposte organizzative diversificate. Pertanto la gestione deve essere decentralizzata e accompagnata da una valorizzazione delle reti assistenziali territoriali già esistenti e dalla istituzione di un coordinamento intersettoriale e partecipativo.
Attraverso il quadro teorico metodologico e tecnico dell’educazione permanente (Gomes, 2016; Miccas, 2014) si creano le condizioni locali e le competenze per la gestione decentrata e si permette la realizzazione di politiche adattive (Swanson, 2010) in grado di rispondere alla complessità del nuovo sistema.”
“Attualmente il SSN è centralizzato nel livello regionale con un peso variabile in ogni Regione della gestione Aziendale, con una disomogenea decentralizzazione della pianificazione a livello distrettuale e ancora meno presente decentralizzazione sulla prima linea dei servizi.
La rete assistenziale è costituita a partire da presupposti quasi esclusivamente biomedici e sbilanciata sulla professione medica.
Manca una cultura delle co-gestione partecipativa e le competenze necessarie alla costituzione di reti sanitarie multi-settoriali e partecipative in cui le decisioni passano per la costruzione di consenso. Allo stesso tempo sono scarsamente diffuse attività di ricerca e formazione relative alle metodologie di apprendimento in contesto, che consentano di sostenere l’analisi delle pratiche assistenziali locali e la formulazione delle conoscenze necessarie a sviluppare la territorializzazione dell’assistenza e della gestione.
Nell’attuale architettura dei servizi sono scarsi i luoghi istituzionali ed i percorsi assistenziali che consentono la co-gestione dei servizi in un’ottica decentrata multi-servizio e multi-settoriale.”