Lunedì, 18 Ottobre 2021
Il Consiglio di APRIRE ha deliberato di sottoscrivere il documento “Il Libro Azzurro per la riforma delle Cure Primarie in Italia” e, soprattutto, di manifestare l’interesse e la disponibilità a partecipare fattivamente alla realizzazione di iniziative di diffusione dei suoi contenuti.
Avviamo quindi, con questa APRIREnews, una serie di successivi approfondimenti, mirati alle singole aree tematiche della proposta di riforma.
Il primo approfondimento, “Territorializzare le cure primarie” sviluppa:
Territorializzare le Cure Primarie: perché?
“Secondo la prospettiva di salute adottata dalla Campagna PHC, per lavorare alla salute di una popolazione è necessario lavorare nel/sul/col territorio, inteso sia come spazio fisico che come comunità di persone che vivono un certo spazio. La territorializzazione rappresenta l’organizzazione attraverso cui si incentiva l’autodeterminazione individuale e collettiva e si promuove una salute globale e circolare.
Infatti, il modello territoriale è centrato sulla salute (logica degli obiettivi di salute, approccio globale, destandardizzazione/contestualizzazione, prossimità, rete/relazione, sostenibilità e uso delle risorse personali e locali) mentre l’attuale modello di sanità è sovraterritoriale e centrato sulla malattia (logica delle prestazioni, specialmente se superspecialistiche e presso centri di eccellenza, fee for service, approccio selettivo e non globale).”
Territorializzare le Cure Primarie: criticità attuali
- “Il bisogno di salute è di norma supposto piuttosto che concretamente rilevato e le risposte e le soluzioni ad esso fornite sono spesso standard piuttosto che appropriate al contesto
-
Sia il rilevamento dei bisogni che la costruzione delle risposte vedono solo marginalmente la partecipazione delle comunità coinvolte
-
Il servizio sanitario si è sviluppato e costruito per grossi silos, spesso indipendenti per organizzazione, funzionamento e finanziamento e con pressoché nulla condivisione di dati e informazioni formali e informali (frammentazione)
-
La comunicazione è di norma inefficace, carente, burocratizzata e scarsamente operativa, frammentata per le diverse professioni e settori
-
Le criticità di cui sopra impediscono l’integrazione, la prossimità e la flessibilità dei servizi di salute, fondamentali ad accogliere e adattare la risposta ai bisogni dell’individuo e della comunità e dunque alla risolutività degli interventi
-
Le attività sanitarie sono principalmente orientate al riconoscimento e trattamento delle patologie piuttosto che alla promozione, conservazione e riabilitazione della salute nei luoghi di vita delle persone, azioni che sono strettamente connesse allo sviluppo di un contesto che permetta alle persone di acquisire le capacità di fare le cose alle quali attribuiscono valore”