Lunedì 19 Ottobre 2020L’indagine online “Orgogliosamente MMG”, promossa e organizzata dalle Associazioni “Liberi Specializzandi – ALS – Fattore 2a” e “APRIRE” è stata rivolta, nel periodo dicembre 2019-febbraio 2020, a medici recentemente diplomati tramite il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) o frequentanti o aspiranti, con lo scopo di studiare motivazioni, inclinazioni e aspettative dei medici che stanno entrando nella Medicina Generale (MG).
L’indagine ha esplorato diversi aspetti significativi:
- Quanto è presente l’Assistenza Primaria e la Medicina Generale nell’Università?
- Perché si è scelta la Medicina Generale?
- Il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale risponde alle aspettative?
- Come si vuole svolgere la professione nella Medicina Generale?
Distribuzione dei 566 partecipanti
MG e Università
Nel corso di laurea in medicina e chirurgia la MG occupa uno spazio del tutto marginale e solo raramente si configura come attività formativa organica e strutturata.
Ciò è ulteriormente confermato dalla scarsa soddisfazione (75% dei partecipanti all’indagine) dell’offerta formativa in MG fruita durante il corso di laurea magistrale e dall’opinione, nella quasi totalità dei partecipanti, che debba essere migliorata (95%) con oltre 2/3 dei partecipanti che desidera l’introduzione di lezioni universitarie curate da MMG.
La scelta della MG
L’avvicinamento al mondo della MG tende ad avvenire solo alla fine del corso di Laurea, in particolare in occasione dei tirocini per l’esame di stato o durante le sostituzioni di MMG (70%).
Le motivazioni che orientano verso la professione di MMG sono nettamente diverse da quelle ospedaliere con netta prevalenza di chi apprezza maggiormente il setting assistenziale territoriale (79%)
Il corso di formazione specifica in MG
Benché la maggioranza, in tutte le regioni, dichiari di essere soddisfatto per l’offerta formativa ricevuta durante il CFSMG, emergerebbe una valutazione ampiamente condivisa che l’attività pratica sia eccessivamente osservazionale e poco professionalizzante (72%). Il 40% dei partecipanti si ritiene non soddisfatto dell’attività teorica.
Dall’indagine emergono numerose e diversificate proposte di miglioramento del CFSMG: dall’introduzione di strutturati ed organici corsi di diagnostica strumentale di primo livello, ad una riorganizzazione dell’attività pratica che deve avere maggior peso rispetto a quella teorica fino ad arrivare alla realizzazione della formazione-lavoro (88%) nell’ambito di attività vaccinale, domiciliare e gestione delle patologie croniche.
La quasi totalità (80%) considera fortemente penalizzante il mancato riconoscimento di titolo di specialista indipendentemente dall’assetto istituzionale regionale o universitario. Il mancato riconoscimento di titolo di specialista è anche tra le principali cause di abbandono del corso dopo la non parificazione della borsa di studio a quella delle specializzazioni ospedaliere (74%)
Verso la professione di Medico di MG
Nei partecipanti all’indagine, la prospettiva prevalente è di lavorare in stretta collaborazione-contiguità con gli altri professionisti della salute, a partire dagli infermieri: più di due terzi dei partecipanti all’indagine hanno manifestato l’orientamento a svolgere la propria attività di MG all’interno di forme associative (Case della Salute, Centri Polifunzionali Territoriali con presenze interdisciplinari, Medicina di Gruppo con collaboratori e microteam) mentre è residuale la percentuale di chi intende lavorare come MMG singolo (3%).
Alla domanda se il passaggio ad un contratto di lavoro come dipendente del SSN possa contribuire a migliorare le condizioni di lavoro, i partecipanti dell’indagine si dividono a metà, con lieve prevalenza per il sì.
La formazione post-laurea del Corso di Formazione Specifico in Medicina Generale andrebbe riorganizzata riconoscendo maggiori attività pratiche professionalizzanti, l’allineamento della borsa di studio a quella delle altre specializzazioni mediche e il riconoscimento del titolo di specialista in medicina generale.
Dall’indagine risulterebbe che il patrimonio motivazionale dei giovani medici che si accingono ad entrare nel mondo della MG è ricco: risulterebbe quindi opportuno che le autorità politico-istituzionali, nazionali e locali, ne tengano opportunamente conto in modo da valorizzarlo in funzione della salute delle nostre comunità