Capitolo del Manuale per operatori “Educare alla Salute e all’Assistenza”
Autori: Costantino Panza, Giampaolo De Luca, Maria Carmen Verga
Indice
- DAL MODELLO PSICOSOCIALE AL MODELLO BIOECOLOGICO DELLO SVILUPPO
- DALL’AMBULATORIO ALLA RETE
- IMPORTANZA DELL’ADVOCACY DEL PEDIATRA PRESSO LE ISTITUZIONI/REFERENTI SOCIALI/ POLITICI
- LE GUIDE ANTICIPATORIE NELL’AMBULATORIO DEL PEDIATRA
- EDUCARE ALLA SALUTE NEL CORSO DEI BILANCI DI SALUTE
- Glossario
- Bibliografia
DAL MODELLO PSICOSOCIALE AL MODELLO BIOECOLOGICO DELLO SVILUPPO
La pediatria di famiglia è stata sempre praticata all’interno dell’ambulatorio del pediatra secondo un modello di cura clinico che prevedeva il controllo dello stato di salute e le eventuali terapie o profilassi da somministrare per ripristinare o mantenere lo stato di benessere fisico.
Basandosi sulla visione della persona come una unica identità fisica, psicologica e sociale, il modello biopsicosociale della medicina ha ampliato il concetto di salute biologica accogliendo i molti fattori intrinsecamente legati allo stato di benessere e malattia del bambino, come i genitori, la famiglia, i parenti, gli amici, le agenzie educative, le comunità religiose, i gruppi sportivi e così via.
L’impegno del pediatra nel definire lo stato di salute e benessere non può essere pertanto disgiunto dalla valutazione dell’ambiente che circonda il bambino sostenendone lo sviluppo. Infine, nel modello bioecologico dello sviluppo il bambino è visto come una entità dinamica che cresce e si sviluppa all’interno di un ambiente che è parte integrante del suo processo di sviluppo; le caratteristiche, in un determinato momento della sua vita, sono considerate come una funzione congiunta delle caratteristiche proprie e dell’ambiente lungo il corso della vita fino a quel determinato momento. In questa prospettiva non è possibile vedere il bambino, i suoi disturbi, i possibili interventi di prevenzione e promozione disgiuntamente dalle condizioni ambientali a lui prossime.
L’ambulatorio del pediatra in questa moderna visione ha la necessità di aprirsi all’ambiente sociale vissuto dal bambino e dalla sua famiglia per poter proporre interventi efficaci. Inoltre, le recenti scoperte sui meccanismi epigenetici alla base delle diverse traiettorie dello sviluppo allargano ulteriormente la definizione di ambiente in cui interagisce il bambino ponendo anche il periodo dello sviluppo intrauterino come un momento critico che richiede il coinvolgimento del pediatra. Anche in questo contesto deve essere coinvolto il pediatra delle cure primarie il quale, necessariamente, non può più agire in un contesto limitato e limitante come quello del tradizionale ambulatorio. Compito del pediatra è di essere promotore nella costruzione di una rete di operatori sanitari, sociali, istituzionali, di volontariato che insieme promuovano progetti e programmi rivolti alla comunità dove è inserito il bambino.
DALL’AMBULATORIO ALLA RETE
Ci sono diversi programmi di sostegno alla funzione genitoriale, alla prevenzione e alla promozione della salute del bambino, di consolidata esperienza, che richiedono la costruzione di una rete di operatori di diversi servizi, anche non sanitari, che lavorano di concerto per raggiungere gli obiettivi di salute.
I programmi di Home visiting (HV) si impegnano, attraverso visite domiciliari programmate già prima della nascita, a tutelare la salute materna e a promuovere il parenting positivo, la salute del bambino, il suo sviluppo, il successo scolastico e a prevenire il maltrattamento e la violenza familiare. La progettazione e la costruzione di un programma di home visiting richiede, oltre a personale (professionale o volontario addestrato), la presenza di una supervisione che continuamente valuti la fidelity dell’intervento, una raccolta dati continua ed eseguita tempestivamente al fine di un accurato monitoraggio dell’intervento, un’agenzia organizzativa locale e incontri programmati con i rappresentanti della comunità per la verifica delle possibilità di supporto, di sostenibilità e per la qualità, oltre a strutture adeguate per il personale e per la gestione dei dati. Un Policy Statement dell’Accademia Americana di Pediatria richiede al pediatra di essere il primo attore nella fase di progettualità, dal riconoscimento degli obiettivi per la salute materno-infantile alla scelta delle famiglie target, fino alla costruzione di una rete di servizi per il sostegno delle attività.
Attualmente in Usa sono attivi più di 250 programmi di Home visiting che coinvolgono circa 150mila genitori ogni anno e sono presenti in diverse nazioni europee (Bulgaria, Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia, Scozia, Olanda, Francia). Un’agenzia governativa del Dipartimento di Salute USA monitora costantemente questi programmi misurandone gli effetti favorevoli (outcome primari e secondari), l’impatto sostenibile per almeno un anno di intervento, la replicazione in diversi campioni di popolazione, l’effetto favorevole in specifiche popolazioni e, infine, gli effetti sfavorevoli o ambigui.
Il più conosciuto tra questi programmi, il Nurse Family Partnership (NFP), prevede una media di 7-9 visite domiciliari durante la gravidanza e circa 20-24 visite domiciliari fino all’età di 2 anni del bambino, con ampie variazioni dell’intervento secondo le necessità della famiglia. Il NFP ha evidenziato nelle diverse realtà in cui è stato proposto una migliore salute prenatale (attraverso una riduzione del fumo di sigaretta, la sospensione dell’ alcol e il miglioramento della qualità della dieta nella gestante), un minor numero di gravidanze successive, un aumento degli intervalli tra le gravidanze, un aumento dell’occupazione materna, una riduzione incidenti nell’età infantile e migliori esiti nel linguaggio, alfabetizzazione e nelle prove scolastiche del bambino. Di fianco a questi programmi di HV, offerti perlopiù a gestanti con particolari fattori di rischio (primipare, adolescenti, bassa scolarità, povertà economica, depressione, storia di dipendenza da sostanze), sono stati costruiti programmi di intervento di HVuniversale, selezionando progressivamente i casi in cui offrire una maggiore intensità di visite secondo il principio dell’universalismo progressivo o proporzionato.
Costruire un progetto di HV nelle diverse realtà locali è anche in Italia una necessità irrinunciabile, ma al momento attuale, ad esclusione di alcune esperienze su singoli casi di famiglie già in cura presso i Servizi Sociali, non sono rintracciabili programmi strutturati in una rete territoriale che riunisca le competenze del pediatra a quelle dello psicologo, dell’assistente sociale e dei servizi locali che possono offrire un sostegno alle famiglie più vulnerabili.
Altri modelli di intervento che richiedono una costruzione di rete sono i Center-based Child Care, di cui i programmi più diffusi, presenti in ogni continente, sono il Triple Positive Parenting e The Incredible Years. Entrambi i programmi si basano sui principi della genitorialità positiva. Agendo sulla pratica e auto-efficacia del genitore e sulla interazione con il bambino, si propongono di diminuire i fattori di rischio ed aumentare i fattori protettivi per migliorare gli esiti sui bambini, dai disturbi del comportamento al miglioramento degli esiti scolastici. L’ampia variabilità di programmi (per piccole classi di bambini, per insegnanti, per genitori), la possibilità di dosare l’intensità dell’intervento o di selezionare particolari famiglie a rischio, li rendono estremamente duttili alle più diverse esigenze. È stata dimostrata un’efficacia dell’intervento sul genitore e sul bambino nelle nazioni in cui sono sorti (Australia e USA) e nei diversi contesti culturali in cui sono stati svolti (arabi, cinesi, giapponesi, aborigeni). Come per il NFP, questi programmi richiedono una strutturazione locale con supervisori, animatori inseriti nelle realtà locali e possono prevedere il coinvolgimento di agenzie educative, sanitarie e dei servizi sociali. Anche se diffusi in molte nazioni europee, in Italia fino a oggi non sono state svolte esperienze.
La promozione della lettura in famiglia è considerato un momento cardine per favorire il processo di alfabetizzazione del bambino, lo sviluppo socio-emotivo e il futuro successo scolastico. Iniziando a leggere fin dalla più tenera età si sviluppa la Emergent Literacy, ossia le abilità, le conoscenze e le attitudini che sono precursori dello sviluppo delle forme convenzionali della lettura e della scrittura. Progetti di promozione alla lettura sono presenti in molte nazioni, tra cui Reach out and Read in USA e Book Start in GB. In Italia è presente il programma Nati per Leggere (NpL), un progetto sorto nel 1999 e sostenuto dall’Associazione Culturale Pediatri, dal Centro per la Salute del Bambino e dalla Associazione Italiana Biblioteche, che prevede la costruzione di una rete tra pediatra delle cure primarie, pediatra ospedaliero, neonatologo, ostetrica, biblioteca pubblica, e volontari NpL. I momenti cardine del programma sono le guide anticipatorie offerte dal personale sanitario (Nido ospedaliero, corso preparto, ambulatorio pediatrico, reparto ospedaliero di pediatria o neonatologia), il dono alla famiglia di uno o più libri per bambini, l’intervento dei volontari NpL al fine di indicare ai genitori i modi di lettura e la scelta dei libri a seconda dello stadio dello sviluppo del bambino, e la presenza di una sezione dedicata ai bambini più piccoli nella biblioteca pubblica locale. In questa rete, al pediatra viene chiesto di impegnarsi nella formazione degli operatori, nella costruzione della rete locale e nel proporre le guide anticipatorie ai genitori durante i bilanci di salute fino all’età di cinque anni.
Una vasta indagine sull’efficacia di NpL in Italia è stata pubblicata nel 2006. L’analisi di quasi tremila questionari rispecchianti le diverse realtà regionali sull’attitudine della lettura dei genitori verso i bambini, indica un netto aumento delle famiglie che adottano la lettura ad alta voce anche se con evidenti differenze regionali e provinciali (30% nord-Italia vs 10% sud-Italia) derivate anche dal fatto che dove è presente l’impegno del pediatra si ha un più diffuso cambiamento nelle pratiche di interazione tra genitore e bambino. Uno studio svolto in Veneto ha rilevato che l’intervento del pediatra delle cure primarie in un programma di NpL ha favorito un incremento della lettura ad alta voce da parte dei genitori meno motivati alla lettura con esiti positivi sul linguaggio: sia a 3 che a 5 anni il numero di vocaboli conosciuti e la capacità di comprensione morfosintattica sono positivamente influenzati dall’intervento.
La diffusione di guide anticipatorie sullo sviluppo del bambino nel primo anno di vita, elaborate dai pediatri, è stato il cardine di un intervento di sostegno alla capacità genitoriale svolto in un comune della provincia di Reggio Emilia. Le guide anticipatorie, realizzate sotto forma di una newsletter di otto pagine (Baby Newsletter) erano inviate a cura del Comune e da una associazione di volontariato alle famiglie dei nuovi nati, seguendo le tappe della crescita del bambino. I genitori ricevevano rinforzi durante i bilanci di salute pediatrici e ricevevano tre inviti a ritirare un libro di NpL e Nati per la Musica presso la biblioteca comunale. L’intervento che ha coinvolto il comune, la pediatria di Comunità, i pediatri di famiglia, una associazione di volontariato, la biblioteca comunale è stato monitorato dal servizio di Epidemiologia della ASL. Le misurazioni effettuate con un test standardizzato che ha valutato l’auto-efficacia del genitore in alcune aree (emozioni, gioco, empatia, controllo, disciplina, stress, accettazione di sé, apprendimento) hanno dimostrato una efficacia nell’aumentare le competenze genitoriali per il gioco e l’accettazione del sé, con un generale lieve miglioramento in tutti gli esiti rispetto a un gruppo di controllo, ad eccetto dell’apprendimento, con uno spiccato effetto sui genitori più scolarizzati. Per il controllo dello stress e delle emozioni l’intervento ha presentato un effetto negativo nei genitori con un più basso livello di istruzione.
IMPORTANZA DELL’ADVOCACY DEL PEDIATRA PRESSO LE ISTITUZIONI/REFERENTI SOCIALI/ POLITICI
L’impegno nel promuovere l’Early Childhood Development (ECD) deve indirizzare il pediatra verso possibili interventi sui diversi programmi di salute pubblica. In questo ambito è necessaria una politica di investimento per migliorare la raccolta e l’analisi dei dati necessari per valutare la scelta degli interventi. Il pediatra deve partecipare alla proposta per l’accesso a interventi universali progressivi secondo le evidenze disponibili. L’impegno politico è rivolto anche per stimare i costi degli interventi al fine di massimizzare il rapporto costo/efficacia; infine il pediatra deve essere coinvolto nella leadership e nella partnership per l’identificazione dei meccanismi di raccolta di fondi sostenibile a diversi livelli, internazionale, nazionale e locale e stabilire un saldo coordinamento con i settori che contribuiscono agli esiti delle politiche ECD.
In quest’ottica vediamo il pediatra promotore, ad esempio, di un programma di HV sostenibile ed effettuato nella propria realtà locale; impegnato a livello provinciale e regionale nelle commissioni sanitarie, amministrative o politiche incentrate sui programmi e progetti di salute pubblica rivolti all’area pediatrica; infine, promotore di interventi legislativi nazionali, come lo Ius soli, a favore del bambino.
LE GUIDE ANTICIPATORIE NELL’AMBULATORIO DEL PEDIATRA
A differenza di tutte le specialità mediche, la pediatria di famiglia si rivolge anche all’attività preventiva, principalmente svolta durante visite programmate secondo una scadenza prestabilita durante tutto il periodo della crescita, i bilanci di salute. Tra i compiti svolti durante questa visita l’offerta dei consigli o guide anticipatorie, indispensabili per l’attività di prevenzione, sono un momento fondante l’interazione tra il pediatra, il bambino e la sua famiglia. Le guide anticipatorie consistono nelle informazioni che il clinico dà alla famiglia sulle aspettative dello sviluppo del bambino, su come si può promuovere la sua crescita e sui benefici delle pratiche, dei comportamenti e degli stili di vita salutari. Le guide anticipatorie sono differenziate dal counseling, nel quale i consigli sono offerti in risposta a uno specifico problema riconosciuto dalla famiglia e portato all’attenzione del medico. Un intervento tramite guida anticipatoria deve prevedere:
- la valutazione sui bisogni e sull’utilizzo dei servizi sanitari,
- la definizione degli obiettivi, la sostenibilità e idonei strumenti di monitoraggio,
- la misurazione dell’efficacia.
Bright Futures, la guida dell’Accademia Americana di Pediatria, ha individuato oltre 1200 guide anticipatorie da poter offrire ai genitori nel corso di 32 bilanci di salute (da 0 a 21 anni), suddivise in 38 argomenti su 8 temi principali: supporto alla famiglia, lo sviluppo del bambino, la salute mentale, la nutrizione, l’attività fisica, la salute orale, lo sviluppo sessuale e la sessualità, la prevenzione degli incidenti e sicurezza.
Le caratteristiche che rendono efficace una guida anticipatoria sono:
- la tempestività, ossia l’offerta del consiglio alla età del bambino in cui ci si aspetta quel particolare momento dello sviluppo;
- l’appropriatezza dell’informazione per quella specifica famiglia;
- la selezione, evitando di offrire molteplici informazioni ma preferendo quelle più consistenti dopo una valutazione delle priorità per quella particolare famiglia;
- la rilevanza, così che le raccomandazioni chiave possano essere adottate dalla famiglia.
Il pediatra pertanto deve fornire informazioni personalizzate per quella famiglia evitando di proporre lezioni ma proponendo un percorso educativo specifico. Prima di “spiegare” al genitore cosa è meglio fare, è necessario “conoscere” cosa sa e cosa fa o pensa di mettere in atto rispetto ad un determinato comportamento o in un momento particolare dello sviluppo del bambino o ad una particolare pratica di accudimento. Pertanto, il pediatra deve essere al corrente delle credenze, pratiche e conoscenze della famiglia. Il consiglio offerto deve essere in grado di sostenere la fiducia del genitore nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario per raggiungere i risultati prefissati e di gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno. Le convinzioni sulla propria efficacia, secondo il modello dell’autoefficacia di Bandura, rafforza la capacità di influenzare il corso degli eventi e, in ultima analisi, offre un giudizio positivo sulle capacità personali. La guida anticipatoria, in questa prospettiva, può diventare una guida formativa e non solo informativa.
La costruzione di un consiglio anticipatorio prevede la definizione di alcune caratteristiche come:
- la popolazione a cui ci si rivolge;
- l’obiettivo;
- la misurazione dell’intervento;
- la conoscenza delle attitudini e credenze dei pediatri;
- la conoscenza delle guide anticipatorie presenti sui media, giornali, internet.
Il mezzo con cui può essere dispensata la guida anticipatoria può essere: un colloquio orale singolo o di gruppo, un colloquio telefonico, una presentazione di diapositive, un foglio prestampato, uno scritto personalizzato, una brochure, un supporto elettronico, una presentazione video o multimediale tramite applicazione per smartphone o tablet. Nel caso di una guida anticipatoria offerta verbalmente si dovrebbe utilizzare un linguaggio di tutti i giorni, offrendo una ripetizione dei concetti espressi, chiedendo ai genitori di ripetere quello che hanno compreso. Le guide anticipatorie proposte a gruppi di genitori richiedono la composizione del gruppo per uguale classe di età del bambino oppure per argomento scelto (ad esempio, il sonno, l’alimentazione nei primi anni di vita). In questi gruppi, le ripetizioni offerte, il crearsi di una rete di supporto sociale, il confronto delle esperienze sono momenti positivi per la trasmissione dei messaggi anticipatori; l’animatore del gruppo deve prevedere degli spazi adeguati anche per attività di role playing. Con i genitori a più scarso livello di istruzione è da preferire il contatto diretto face to face rispetto al contatto telefonico o ai colloqui in gruppo; questa modalità è stata riconosciuta avere massima efficacia soprattutto negli interventi di promozione della lettura condivisa in famiglia.
Le informazioni scritte devono essere selezionate ad hoc per quella famiglia e vengono consegnate a mano sottolineando i punti chiave. Possono essere indicati siti web di valore e di certificata indipendenza. Le frasi devono essere brevi e di semplice costruzione, adatte alla comprensione di una persona con scolarità dalla prima alla quarta elementare. L’aspetto critico delle guide anticipatorie scritte è l’alfabetizzazione del genitore e il suo livello di istruzione.
Tra i diversi supporti utilizzati per diffondere le guide anticipatorie, ultimamente sono stati proposti con successo i Totem o supporti digitali multimediali da utilizzare in sala d’aspetto. La letteratura scientifica ha riportato prove di efficacia su alcune aree di intervento tramite le guide anticipatorie.
La United States Preventive Service Task Force (USPSTF) ha riconosciuto la efficacia delle guide anticipatorie per interventi preventivi nelle cure primarie pediatriche su 6 temi: l’allattamento al seno, il maltrattamento, l’uso di sostanze illecite, la gestione del peso e dell’obesità, l’uso del tabacco e il consumo di alcol in età pediatrica. Alcune revisioni della letteratura sull’utilizzo delle guide anticipatorie somministrate dal pediatra delle cure primarie hanno evidenziato prove di efficacia per i consigli offerti sulla prevenzione degli incidenti e la sicurezza, la prevenzione dell’abuso, la protezione dal fumo passivo, consumo di alcol o farmaci durante la guida da parte del genitore, l’attività fisica, le vaccinazioni, l’allattamento al seno, la lettura ad alta voce e l’alimentazione complementare.
Nella pratica ambulatoriale il pediatra spesso riconosce l’opportunità di offrire qualche breve indicazione sull’automedicazione in occasione di alcuni disturbi o sintomatologie riconducibili a malattie organiche. In un trial eseguito in USA, sull’efficacia delle guide anticipatorie per la cura dell’otite media acuta, le richieste di visite per urgenza e le visite per otite presso il Pronto soccorso sono diminuite rispettivamente del 40 e del 80%.
EDUCARE ALLA SALUTE NEL CORSO DEI BILANCI DI SALUTE
Il Pediatra di Famiglia (PdF) accompagna il bambino dalla nascita alla pubertà e stabilisce con i genitori un rapporto fiduciale tale da orientare alcune scelte importanti. Il pediatra ha, quindi, anche un ruolo educativo sanitario nei confronti dei propri assistiti e della famiglia, per il quale deve avvalersi di una metodologia moderna ed appropriata da acquisire attraverso un’adeguata formazione.
L’educazione alla salute può essere rivolta al singolo bambino ed alla sua famiglia, nel corso di particolari visite filtro effettuate nel proprio ambulatorio (bilanci di salute – BdS), oppure può essere indirizzata a gruppi di bambini in ambito scolastico, negli asili, nelle palestre e nelle comunità in genere. Tale attività educativa può essere rivolta anche nei confronti dei genitori o degli insegnanti. È stato visto che incontri periodici di gruppo, con genitori di bambini affetti da asma bronchiale allergico, erano in grado di migliorare in maniera statisticamente significativa il controllo clinico della malattia; non è un caso che anche l’Organizzazione Mondiale della sanità definisce il pediatra come “il medico dello sviluppo e dell’educazione”.
Purtroppo alle infinite informazioni raccolte dal pediatra, nel corso dei BdS, raramente seguono studi di verifica sull’efficacia di tali interventi. D’altra parte la gran parte dei PdF ha, purtroppo, una scarsa attitudine alla raccolta dati ed alla ricerca clinica epidemiologica e mancano progetti finanziati mirati a coinvolgere l’intera categoria. Gli interventi educativi, comunque svolti, devono tenere in dovuta considerazione le prove dell’efficacia dell’intervento stesso, sia intesa come efficacia teorica (efficacy), quando c’è la prova che la riduzione del fattore di rischio migliora la salute, sia come efficacia osservata (effectiveness), quando viene documentata una modificazione del comportamento a rischio. Quindi è necessario utilizzare una corretta metodologia tenendo presente i livelli di prova e la forza delle raccomandazioni (GRADE). Nella tabella 1 viene riportato un esempio di applicazione.
Efficacy |
||
Livello di prova |
Forza della raccomandazione |
Intervento |
I |
B |
Visite regolari per applicazione topica di fluoro e sigillanti |
I, III |
B |
Pulizie dei denti con dentifrici contenenti fluoro |
II, I |
B |
Filo interdentale |
II.2, III |
B |
Evitare di mettere i bambini a letto con il biberon |
II.2 |
C |
Ridurre l’assunzione di cibi zuccherati |
II.1 |
A |
Dare un supplemento a base fluoro a soggetti di età inferiore ai 16 anni nelle aree con inadeguata fluorazione dell’acqua potabile |
Effectiveness del counseling |
||
Livello di prova |
Forza della raccomandazione |
Intervento |
II.2, II.3 |
C |
Educare i bambini, o i loro genitori, ad adottare misure che riducano il rischio di malattie orali |
Come già esposto, per determinare una buona educazione alla salute è necessario che il messaggio comunicativo debba possedere i seguenti specifici requisiti:
- sia semplice chiaro e di facile comprensione;
- si avvalga di opportuni strumenti di rinforzo comunicativi;
- possieda dei substrati scientifici certi;
- consideri i danni che possano determinarsi in seguito ad una errata interpretazione del messaggio stesso;
- miri ad un obiettivo concreto e semplice da raggiungere per produrre cambiamenti specifici;
- attivi dei momenti di verifica per misurare l’efficacia dell’intervento stesso;
- tenga conto del contesto in cui si opera.
Gli strumenti a disposizione possono essere diversi: il linguaggio, il materiale cartaceo, il materiale audiovisivo, i giochi.
Il linguaggio deve essere semplice e comprensibile per il bambino e per i suoi genitori. Il messaggio deve essere breve, meglio se accompagnato da gesti e mimica per rafforzare la comunicazione.
Il materiale cartaceo deve essere semplice e chiaro con appropriate illustrazioni e contenuti basati sulle prove scientifiche. Deve essere strutturato con: una buona presentazione, comprensibilità, illustrazioni appropriate, accuratezza dei contenuti, aderenza alle prove ed al rigore scientifico. L’autore e l’agenzia editoriale devono fornire garanzie.
I libri sempre più raramente vengono consultati, ma sono utili per approfondire messaggi e le tante domande su come affrontare l’educazione alla salute del bambino e della famiglia.
Le riviste per il pubblico raramente privilegiano il rigore scientifico e più frequentemente puntano alla sensazionalità dell’argomento, con pagine di pubblicità accanto ai contenuti educativi. Dovrebbe esserci nella rivista un comitato scientifico che revisiona gli articoli. Negli USA, anche in tale ambito divulgativo, sui temi dell’infanzia è l’Accademia Americana di Pediatria che certifica il rigore di alcune riviste, garantendo ai lettori l’autorevolezza dei contenuti.
Dépliant o manifesti o fumetti sono estremamente utili soprattutto quando esprimono dei messaggi con delle immagini che colpiscono la curiosità dei genitori o del bambino stesso. I fumetti favoriscono la comprensione dei concetti e, se le vignette sono ironiche e divertenti, sono in grado anche di esorcizzare la paura delle malattie e di affrontare con minore ansia le difficoltà che queste comportano.
Il materiale audiovisivo può essere di aiuto soprattutto per il pediatra che deve divulgare salute. Si possono utilizzare i lettori CD o DVD nella sala d’attesa o durante incontri con gruppi di genitori, nelle scuole o in altre comunità.
I giochi fanno sicura presa sul bambino, che è ben disposto ad acquisire informazioni educative. Le fiabe, le gare, i quiz, le attività creative, se ben orientate, aiutano il bambino a compiere le scelte corrette per la propria salute. Oggi è sempre più frequente l’utilizzo di giochi su telefonini o tablet, anche dalla più tenera età. Con questi dispositivi, però, il bambino è solo, i giochi sono spesso ripetitivi ed inutili. Non è quindi un mezzo educativo appropriato se non è ben orientato.
Abbiamo già fatto cenno ai BdS, visite filtro previste dagli accordi stipulati nelle diverse Regioni, effettuate dai pediatri di libera scelta, utili ad evidenziare i principali problemi di salute, nelle varie fasi dell’età evolutiva.
I bilanci di salute, introdotti con l’accordo collettivo nazionale del 1996 e ribaditi dai successivi del 2000 e del 2005, sono stati inseriti organicamente nel progetto obiettivo salute-infanzia. Ogni singola regione ha però modificato il calendario dei propri BdS prevedendone, in genere, qualcuno in più.
Nel piano dei BdS sono stati inseriti alcuni screening come quello dell’ambliopia (Stereotest di Lang, Cover Test al 24° o al 36° mese) e quello per i problemi uditivi (Boel Test al 9°-12° mese). Per una corretta e completa esecuzione dei BdS è necessario che il pediatra possieda una “check list” scritta degli aspetti da valutare, che sarà inevitabilmente diversa a seconda dell’età in cui si effettua la visita filtro.
Il progetto Salute – Infanzia dell’Accordo Collettivo Nazionale prevede le seguenti visite filtro: a 1-3 mesi, a 4-6 mesi, a 9-12 mesi, a 18-24 mesi, a 28-36 mesi ed a 5-6 anni.
Questo schema è da considerarsi orientativo, poiché può variare da Regione a Regione in base agli Accordi Integrativi Regionali.
Nel corso di tale visita è possibile trasferire ai genitori, al bambino, all’adolescente, alcuni messaggi educativi importanti ai fini della promozione della salute.
Tralasciando gli aspetti clinici, quelli educativo-sanitari dei BdS hanno lo scopo di promuovere un intervento educativo nell’età più appropriata.
Le aree di maggiore intervento educativo sanitario sono riportate nella tabella 2.
Tabella 2 – Principali aree di intervento di educazione sanitaria svolto dal pediatra
Uso corretto dei servizi sanitari |
Prevenzione e cura delle comuni malattie |
Promozione delle vaccinazioni |
Alimentazione |
Igiene Dentale |
Igiene ambientale |
Sviluppo psicomotorio, compresi minzione ed evacuazione, sonno |
Aspetti relazionali e comportamentali |
Prevenzione Incidenti |
Prevenzione delle “Killer Diseases” |
Glossario
- BdS: Bilanci di Salute
- ECD: Early Childhood Development
- HV: Home visiting
- NFP: Nurse Family Partnership
- NpL: Nati per Leggere
- PdF: Pediatra di Famiglia
- USPSTF: United States Preventive Service Task Force
Bibliografia
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